RISCHI PER LA SALUTE LEGATI ALLE ATTIVITA' CHE SI SVOLGONO IN PISCINA

Rischi per la salute

L’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2006 ha descritto le attività per il controllo dei rischi attraverso norme comportamentali per gli utenti e buone prassi per progettazione, costruzione e realizzazione delle piscine.

Tali linee guida includono sia i valori di riferimento specifici che le buone procedure gestionali.

Di seguito vengono sinteticamente elencati i rischi per la salute, legati alle attività che si svolgono in piscina.

Rischi dovuti all’attività in acqua

  • Danni per sollecitazioni di alcune articolazioni nei nuotatori agonistici. I farfallisti, ad esempio, possono sviluppare dolori alla schiena, i ranisti possono avere dolori alle ginocchia, mentre dorsisti e liberisti possono sviluppare dolori alle spalle.
  • Spossatezza per lunghe nuotate o cattiva condizione fisica.
  • Lesioni spinali in seguito a tuffi, cadute negli spazi intorno alle vasche, ecc. 
  • Rischi da agenti microbiologici
  • Infezioni causate dal contatto con microrganismi di origine fecale, quali faringiti, congiuntiviti, gastroenteriti.
  • Infezioni causate dal contatto con microrganismi di origine non fecale, quali infezioni cutanee (es. verruche), candidosi, infezioni del condotto uditivo e delle vie respiratorie (Legionella pneumophila). Uno dei rischi più comuni è il piede da atleta, micosi superficiale della cute del piede provocata dal camminare a piedi nudi sui pavimenti umidi delle piscine, delle docce comuni, degli spogliatoi. Il modo più semplice di evitare tale micosi è asciugare bene la pelle tra le dita dei piedi e non camminare mai a piedi nudi.
  • In Italia non esiste un sistema di sorveglianza delle malattie di origine idrica;

    di conseguenza manca anche una raccolta di dati epidemiologici sulle infezioni associate all’uso delle piscine.

    In relazione alla matrice acqua, esiste l’obbligo di notifica per i casi di legionellosi, per i quali è riportata anche l’incidenza in relazione all’uso di piscine.

    A tale proposito, i dati del Registro nazionale della legionellosi presso l’Istituto superiore di sanità (I.S.S.) segnalano che da 2000 al 2012 i casi di legionellosi in Italia sono stati 10.858. Dei 1.008 casi notificati nel 2011, 2 (0,2%) avevano frequentato piscine. Nel 2012, delle 1.350 infezioni da Legionella notificate, 22 (1,6%) sono da imputare anche all’uso di piscine. In altri paesi europei, per le piscine pubbliche, una quota non indifferente dei casi segnalati è associata, più che all’acqua in vasca, al sistema centralizzato di distribuzione dell’acqua calda.

    Rischi correlati a sostanze chimiche disciolte in acqua

  • I contaminanti introdotti dagli utenti degli impianti.
  • Agenti chimici introdotti volontariamente per i trattamenti. Il cloro e i sottoprodotti per la disinfezione possono produrre bruciore e arrossamento degli occhi. Il bruciore smette poco dopo aver lasciato l’acqua. Respirare piccole quantità di questi prodotti dalla superficie dell’acqua, ripetutamente e per lunghi periodi di tempo, come accade ai nuotatori agonisti, può avere invece effetti irritanti sull’apparato respiratorio.
  • Le misure più importanti per contenere il rischio chimico sono:
  • adozione di regole di comportamento per i bagnanti, comprese le norme igieniche volte a contenere la contaminazione
  • dell’acqua con sostanze organiche;
  • corretta manutenzione dell’impianto sportivo;
  • pulizia della vasca e degli spazi perimetrali;
  • controllo della temperatura dell’acqua e della stabilità del pH;
  • adozione di un efficace sistema di filtrazione e disinfezione;
  • reintegro quotidiano di acqua fresca (almeno il 5%);
  • garantire adeguati ricambi d’aria;
  • stoccare e manipolare gli agenti chimici in maniera consona;
  • formazione specifica di coloro che operano nell’impianto. 
  • Rischi dovuti agli effetti dell’acqua
  • Shock termico dovuto a immersione in acqua senza acclimatamento preventivo. Può causare un arresto cardiaco.
  • Raggrinzimento della pelle delle dita, del palmo delle mani e della pianta dei piedi. Questo effetto, dovuto al tempo prolungato trascorso in acqua, scompare rapidamente senza conseguenze negative.
  • Ferite “bagnate” rimarginano molto più lentamente, per cui è opportuno non immergersi in acqua sia per se stessi sia per evitare trasmissione di infezioni.
  • Otiti, causate dall’acqua nel condotto uditivo.
  • Rischi dovuti alle condizioni dell’acqua ed alle condizioni atmosferiche
  • Acqua non sufficientemente riscaldata può portare a malesseri o a perdita di coscienza.
  • Quando si nuota si espone al sole gran parte del corpo, specialmente zone normalmente coperte o in ombra attorno ai bordi del costume, dietro le ginocchia. Nelle piscine scoperte, l’effetto della luce solare è più forte che sulla terra e può provocare scottature di grave entità.
  • Durante un temporale, in piscina scoperta si può essere colpiti da un fulmine.
  • Rischi dovuti a oggetti o persone presenti in acqua
  • Collisione con un altro nuotatore o con il bordo della piscina.
  • Caduta accidentale di oggetti in vasca, che possono produrre ferite più o meno gravi.
  • Rischio di affogamento o annegamento
  • L’introduzione di acqua nell’apparato respiratorio e la diminuzione di apporto di ossigeno possono causare lesioni o morte. Tra le possibili cause:
  • – Tuffi imprevisti, che possono mandare il corpo sott’acqua o forzare l’immissione di acqua attraverso il naso e la bocca.

    – Influenze esterne, come ad esempio venire spinti sott’acqua da un’altra persona, accidentalmente o intenzionalmente.

    – Incapacità di nuotare per esaurimento delle forze o svenimento, ecc.

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